Inquinamento atmosferico correlato a più alto rischio di infarto miocardico
Respirare aria inquinata appare associata a una maggiore probabilità di andare incontro a infarto miocardico.
Mentre era noto che le persone che vivono per anni in città inquinate e vicino alle principali autostrade sono ad aumentato rischio di problemi cardiaci, i nuovi dati indicano che anche l'esposizione all'inquinamento a breve termine può essere dannoso.
Sono stati presi in esame 34 studi che hanno confrontato il rischio di subire un infarto miocardico con vari livelli di inquinanti atmosferici industriali e legati al traffico tra cui monossido di carbonio, biossido di azoto e particelle sottili.
I risultati combinati hanno mostrato che gli infarti del miocardio erano leggermente più frequenti ad alti livelli di ogni inquinante principale, eccetto l'ozono.
Per la maggior parte degli inquinanti, un aumento della concentrazione di 10 microgrammi per metro cubo d'aria, lo standard tipico utilizzato per valutare un danno, quasi impercettibile a una persona mentre respira, è stato associato ad un aumento del 1-3% della possibilità di presentare un evento infartuale nella settimana successiva.
Anche se i rischi relativi sono bassi rispetto ai tradizionali fattori di rischio, quali abitudine al fumo o ipertensione o diabete mellito, tutti nei Paesi industrializzati sono esposti all'inquinamento atmosferico.
Quando le persone inalano aria inquinata, le piccole particelle possono raggiungere gli alveoli dei polmoni ed essere trasportate nel flusso sanguigno al cuore.
Gli inquinanti possono anche influenzare la capacità dei vasi sanguigni di espandersi e contrarsi in modo da mantenere costante la pressione sanguigna.
Questo effetto è il responsabile di una crescente evidenza per cui i giorni ad alto inquinamento sono legati anche a rischio di ictus.
Un altro report ha legato l’esposizione a lungo termine all'inquinamento atmosferico con un più rapido declino cognitivo nelle donne anziane.
Gli inquinanti atmosferici sono associati ad effetti nocivi per la salute anche a livelli considerati sicuri dall'Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ).
Le persone a maggior rischio sono quelle che hanno già malattie cardiache o presentano fattori di rischio come diabete o sovrappeso-obesità. ( Xagena2012 )
Fonte: Journal of American Medical Association, 2012
Cardio2012
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